Margini di contribuzione: una tecnica per capire la redditività dell’azienda

Cosa sono i margini di contribuzione?

I margini di contribuzione sono dei margini con delle differenze che servono per capire la redditività dell’azienda a vari livelli.

Margini di contribuzione di primo grado

Il margine di contribuzione di primo grado è la differenza tra i ricavi meno i costi di acquisto dei componenti delle merci e meno i costi variabili di produzione; che possono essere gli stipendi, i costi variabili quali lavorazioni esterne o costi che servono per attuare un servizio o trasformare un processo produttivo. Tendenzialmente aumentano con l’aumentare dei ricavi.

– esempio: l’energia elettrica nei casi in cui sia un fattore determinante nella produzione, oppure il personale che fa montaggio, assemblaggio e lavorazione anche se il personale ha un costo variabile a gradino.

Riassumendo il margine di contribuzione di primo grado è la differenza dei ricavi meno i costi di acquisto meno costi variabili.

 Margini di contribuzione di secondo grado

Il margini di secondo grado invece corrispondono al margine di primo grado meno i costi fissi.

Riuscire a identificare nella propria azienda le dimensioni e gli equilibri dei costi variabili, dei costi fissi e di conseguenza dei margini è fondamentale per riuscire a capire e a provocare degli interventi dei cambiamenti in azienda strutturali.

Oggigiorno è importante che una piccola azienda riesca a fare una serie di attività; in particolare il controllo periodico di bilancio riclassificato, riuscendo ad evidenziare i dati del bilancio riaggregati e riesposti in un modo diverso per vedere la marginalità dell’azienda. 

Un altro punto importante è un’attenta pianificazione dei flussi finanziari.

Cosa vuol dire pianificazione dei flussi finanziari

Vuol dire fare i conti della serva cioè saldo in banca attuale più entrate meno uscite e quindi proiezione del saldo finale. Ci sarà utile soprattutto tra sei mesi tra un anno per costruire una dinamica finanziaria e per vedere se con le ipotesi che abbiamo sul tavolo si riesce a costruire una simulazione dell’andamento finanziario. Tutto ciò consente all’azienda di prepararsi sui possibili sviluppi finanziari, ma soprattutto gli consente di misurare il cash flow attuale.

Cos’è il cash flow?

Il cash flow è la differenza tra l’entrata e l’uscita del periodo senza considerare i soldi in banca. In questo modo si capisce se si stanno generando soldi o se li si sta consumando. Ovviamente ci sono momenti che li genera e momenti in cui li assorbe.

margini di contribuzioneDa qui il controller può collaborare con l’amministratore, con il management per capire se i soldi che l’azienda riuscirà a procurarsi generandoli dal suo ciclo ordinario di lavoro saranno sufficienti o se occorre intervenire con dei finanziamenti esterni.

 

Attualità

Parlo di cose molto attuali perché come sapete lo stato è intervenuto consentendo di acquisire dei finanziamenti causa covid. Le aziende hanno avuto l’appoggio dello stato per superare il momento di difficoltà, e questo ha fatto si che il sistema bancario non fosse messo a dura prova.

Questo prestito da parte dello stato andrà poi restituito ed ecco perché simulare un andamento finanziario in cui vado a ipotizzare il momento dell’inizio delle rate della restituzione dei prestiti anche in presenza di cali di fatturato e di modifica dell’assetto economico finanziario potrebbe tornare utile.

Leggendo il grafico si può capire cos’è successo nel passato, stiamo parlando di analisi di andamento finanziario che ci da un’informazione su come costruire una storia futura.

In particolare potrei vedere i momenti di difficoltà per esempio in settembre questa azienda ha avuto un momento in cui le uscite sono state maggiori delle entrate: le pile verdi corrispondono alle uscite e le pile rosse alle entrate. Per ogni mese è possibile evidenziare saldo banca iniziale saldo banca finale.

Esempio Cash Flow

lo vediamo in dettaglio in questa colonna: l’azienda nel mese di febbraio ha generato cassa infatti il cash flow progressivo che è la curva marrone è più alta. Sembra una dinamica positiva, però nel mese di marzo ha avuto più uscite che entrate infatti il cash flow mensile (azzurro) è negativo è sotto lo zero e il cash flow progressivo (la curva marrone) si è avvicinato allo zero quindi l’azienda ha di fatto ha consumato la cassa che aveva generato nei due mesi precedenti.

Andando avanti nell’analisi del dato consuntivo, questa azienda complessivamente a settembre ha auto un cash flow negativo rispetto a gennaio quindi nonostante abbia avuto dei momenti positivi e negativi la tendenza di questa azienda è quella di aver consumato cassa, quindi per reggere una situazione del genere l’azienda avrebbe dovuto inserire nuove finanze in azienda.

Conoscere grazie all’aiuto del controller dodici mesi prima quale sarà la situazione dell’azienda potrebbe aiutarla a capire come comportarsi e prevedere la situazione.

Esempio di un’altra tesoreria

Abbiamo un periodo che è composto da parte di movimenti a consuntivo cioè quello che si è verificato, e una parte di movimenti previsionali, in particolare per i mesi di novembre e dicembre.

 L’orizzonte temporale è meglio che sia più ampio possibile. In questo modo l’imprenditore potrebbe esaminare come sono andati i flussi, capendo se i suoi saldi bancari sono diminuiti o sono cresciuti. Potrebbe anche ipotizzare uno scenario futuro per capire se le risorse finanziarie a disposizione sono sufficienti o se dovrebbe correre ai ripari e attuare delle modifiche strategiche in azienda.

Sono cose molto interessanti che normalmente le piccole aziende non sono in grado di sviluppare perché sembra complicato, ma in realtà se si sfrutta la tecnologia, la tecnica e un po’ di conoscenza si può fare. Ritengo che le piccole aziende debbano fare uno sforzo per riuscire a gestire al meglio le vendite, soprattutto perché l’imprenditore possa stare un po’ più tranquillo.

Un controllo periodico di bilancio riclassificato, un’analisi dei flussi finanziari a consuntivo e una pianificazione finanziaria sono degli aspetti utilissimi nella gestione aziendale, in particolare in questo momento di emergenza.

Ciò di cui stiamo parlando è in linea con quanto previsto dalla normativa della crisi impresa che entrerà in vigore a settembre e che prevede che le aziende adottino un adeguato assetto amministrativo organizzativo in modo da poter garantire la continuità aziendale.

Che cos’è la continuità aziendale?

È il fatto che l’azienda riesca a intervenire prontamente per risolvere problemi che potrebbero portarli in una crisi irreversibile. Il legislatore sta apportando delle modifiche importanti perché non vuole più arrivare al punto che le aziende falliscano. Ci sono diversi segnali che ci permettono di capire se l’azienda sta andando in fallimento, tra cui: le camere commercio, l’agenzia delle entrate, l’INPS e le banche. In tal caso interviene l’OCRI (l’organismo della composizione della crisi) che va a vedere i conti dell’azienda.

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